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non riesco a dormire, come al solito. sono finalmente rientrato dopo giorni di siesta a casa tua e, come di consueto, il mio letto non sa più di casa. la tua mancanza non mi fa sentire al sicuro, non mi porta a godermi il calore delle coperte, non mi concede di provare meraviglia alla vista così chiara delle stelle dalla mia finestra, che illumina il mio volto esausto e privato del sonno... come fai? come fai, mi chiedo? o, per meglio dire, come faccio io ad essere così debole ed incline alla dipendenza, quando si parla di te?
mi è bastato separarmi da te per sentirmi di nuovo solo e, per sfuggire a questa sensazione, altro non posso fare che pensarti e far finta che tu sia qui con me... tuttavia, come sempre, il mio subconscio riesce ad avere la meglio sulla mia razionalità;
riesco a vederti, riesco a sentirti. sento una tua mano che si poggia sulla mia mentre, perso nei tuoi occhi, cedo all'istinto di toccarmi. mi aiuti, mi ascolti, mi guardi con altrettanta tenerezza... poggi l'altra mano sul mio fianco ed inizi a vagare, premi la fronte contro la mia e chiudiamo gli occhi mentre le tue dita danzano sulle mie costole.
vedo e sento così tanto, ma posso replicare ben poco. mi piacerebbe fosse una punizione sufficiente per il mio... deplorevole comportamento nei tuoi confronti, alle tue spalle.
domattina ci alzeremo, ci prepareremo e ci incontreremo per andare a scuola... pensi che avrò difficoltà ad incontrare il tuo sguardo? no, non potrà mai accadere.
il marcio che ho in corpo non mi concederà neanche la sicurezza di provare la giusta vergogna, mi dispiace così tanto